di Egidio Farina
Sono trascorsi quasi 30 anni dalla sua morte, ma il ricordo di don Renato Coccè è ben vivo in chi lo ha conosciuto. Riaffiora tutte le volte che si passa di lì, dalla sua chiesa, in via Garibaldi e si è fatto più forte a fine maggio, a 100 anni dalla nascita. Don Renato è nato a Samarate (Varese) il 26 maggio 1923 ed ha trascorso la sua intera vita sacerdotale a Desio. “Una vita per Cristo e per Desio” titolava la pagina coi cenni biografici sul volumetto edito dalla parrocchia San Pio X dopo la sua morte. Venne ordinato sacerdote il 31 maggio 1947 dal cardinal Schuster e fu subito destinato a Desio come assistente dell’oratorio maschile (poi anche di quello femminile). In via Grandi, con la sorella Adelma, rimase fino al 1958, quando si trasferì nella casa parrocchiale di via Conciliazione. Dall’anno prima (1957, centenario della nascita di Achille Ratti Pio XI) era stato incaricato dal prevosto monsignor Giovanni Bandera di seguire i lavori di costruzione della chiesa poi dedicata a San Pio X. Quella che sarebbe diventata la sua chiesa, la chiesa del don Renato. Il 20 maggio 1963, infatti, il cardinal Montini (tre settimane prima di essere eletto papa) lo nominò primo parroco della prima parrocchia periferica di Desio. Mantenne l’incarico per oltre 30 anni. Rassegnò le dimissioni il 1 novembre 1993, per motivi di salute. Morì l’11 gennaio 1994 nella sua casa di via Garibaldi, di fronte al centro parrocchiale da lui voluto e successivamente a lui intitolato. E’ sepolto nella tomba di famiglia al cimitero di Samarate. Don Renato è stato amato, stimato, cercato. Perchè lui ha amato, stimato, cercato tutti. Dal giorno del suo arrivo a Desio sino alle 12,15 di quel venerdì 11 gennaio 1994 quando, col sorriso che disegnava una fossetta sulle guance, si lasciò prendere per mano dal suo Gesù e lo seguì sereno dopo la malattia. “Ha compiuto la sua Pasqua, ha terminato la sua Via Crucis, il volto disteso, sciolto dalla sofferenza” scriveva il suo successore don Giovanni Sormani. Tanti desiani portano nel cuore ricordi, immagini che messe una accanto all’altra danno vita alla vera storia della nostra città e della nostra Chiesa: il prete giovane che gioca a calcio sul campo polveroso dell’oratorio, con la veste legata ai fianchi; che segue in Lambretta la gara ciclistica; la possente voce che predica, attinge citazioni latine, intona canti; la conoscenza approfindita delle sacre scritture e la capacità di spiegarle con estrema semplicità; i rosari alle grotte mariane, le funzioni al Fupun di busc, a Santa Liberata; le confessioni, le processioni; la cura delle vocazioni, l’aiuto costante al seminario, l’attenzione ai confratelli, ai paramenti liturgici, alle strutture; l’amore per l’arte; i tanti pellegrinaggi organizzati regolarmente; le visite alle famiglie, agli ammalati, il sostegno ai bisognosi, la capacità di mettere chiunque a proprio agio accanto a lui. Un prete ‘prete’ al quale Desio deve tanto.