“Mi piace ogni cosa di quello che fai, se pure mi tratti un po’ da bambina”. Le zanzare si rincorrono a suon di musica intorno ai grandi fari agli angoli del campo di calcio. Sono nuovi, i fari. Don Luigi Bandera li ha voluti potenziare per continuare al meglio la tradizione del torneo serale in oratorio, iniziata da don Renato Coccè e proseguita da don Renzo Mantica. L’estate è calda, il resto della città non offre granché e allora sono tutti lì, in oratorio. Luigino stacca i biglietti alla finestra, in piedi su una pedana (altrimenti non vedrebbe di là, sulla via Grandi). Dietro a lui si compila al volo il registro, il borderò, il grande quaderno degli elenchi. E la musica non si ferma. “Sei forte per questo, così tu mi vai!”. Ogni anno ci sono novità in oratorio: stavolta tocca a microfono e altoparlanti. Servono a scandire le formazioni delle squadre, all’inizio dell’incontro. Si parte col nome dell’arbitro: Belluschi, Rigamonti, Onofrio Mariani. Poi quello dei giocatori. Tra loro, qualche anno prima, sono passati anche professionisti del calcio: Gino Maldera, Nello Santin, Gilberto Noletti, tutti del Milan, Carlo Crippa del Torino, Paolo Franzoni, della Lazio oltre agli idoli locali Ezio Giussani e Richetto Arienti. Adesso ci si accontenta di meno. La coppia alla porta d’ingresso è impegnata a ‘strascià i bigliett’ e la musica non si ferma. “Siamo la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri”. La voce di Celentano e di Claudia Mori arriva ovunque. Proviene dal mangiadischi rosso sopra il quale è appoggiato il microfono nuovo. E’ una gara per i giovani dell’oratorio a salire su, nello studio di don Luigi, dove è installata la centrale tecnica. Per improvvisarsi Dj, per infilare i dischi nell’aggeggio, nell’intervallo tra un tempo e l’altro e tra la prima e la seconda partita, intanto che giù si ritoccano le righe con la calcina messa dentro il carrellino verde di legno che lascia piovere la giusta quantità di polvere bianca sul campo arido e secco. Da su si vede meglio la partita, intanto che si sgranocchia il ghiacciolo alla menta preso giù, da Antonio, Togn, al bar piccolo, succhiando il bastoncino ormai vuoto, per rubargli l’ultima goccia di dolcezza. I fari sparano luce come, già ai tempi di don Renato, Luigino Gerosa sparava bombe verso la porta di Eligio De Ponti. “Stasera mi butto, stasera mi butto, mi butto con tè”. I dischi se ne stanno allineati nella vetrinetta del don, tra le storie dei santi e le vari edizioni del catechismo. “Ho visto la gente della mia età andare via”. Dall’oratorio non se ne va nessuno. “Nemmeno un minuto, lasciarti potrei”. Il disco s’inceppa, il caldo e l’uso l’hanno reso sbilenco. Serve un cambio. “Ho scritto t’amo sulla sabbia e il vento a poco a poco se l’è portato via con sé”. L’arbitro ammonisce il Micio per un intervento duro. Ma non fa niente. Il luglio all’oratorio è un incanto. Non ci sono dubbi: “Luglio, col bene che ti voglio, vedrai non finirà, ia, ia, ia ia”.

Una fase di gioco sul campo in terra dell’oratorio

La premiazione di uno dei tornei di calcio organizzati dal Centro Sportivo Desiano. Si vede Nino Valtorta (con il microfono)