Erano gli anni ’60. Anni ruggenti di cambiamenti e di sfide. Anni di fermenti innovativi in qualche modo suggeriti anche dal Concilio Vaticano II e dalle numerose e non sempre lineari e corrette contestazioni economiche, politiche, sociali. In questo contesto ricco di aspettative non sempre positive all’inizio di settembre 1965 approda a Desio un giovane prete poco più che trentenne. Proveniva dal prestigioso Collegio S. Carlo di Milano e il suo arrivo aveva destato qualche domanda ben presto risolta. L’allora Mons. Giovanni Bandera aveva affidato a Don Carlo molteplici impegni pastorali e tra questi anche le ACLI desiane. Inizia così un cammino insieme che durerà 11 anni che da subito si è rivelato ricco, innovativo e profetico e abbracciava temi sociali e politici, scolastici, lavorativi e abitativi – sono 220 le abitazioni realizzate aderendo a bandi Gescal o attuando altri progetti di edilizia popolare – di servizio e assistenza alle persone soprattutto per gli ultimi di quel tempo attraversato dalla immigrazione interna Sud-Nord con i drammi e le sofferenze delle persone. Sono stati anni contraddistinti da una passione e un impegno per ogni persona e modalità di intervento creativo supportati da una formazione approfondita e continuativa che ci vedevano riflettere tutti insieme su Encicliche e altri documenti papali e non. Sono di quegli anni le presenze e il servizio indimenticabile di Gino Meda, poi Sindaco di Desio e del primo piano regolare; di Luigi Cazzaniga assessore comunale impegnato a trovare il modo per offrire una abitazione a prezzo calmierato a tanti lavoratori; Romano Sironi, Gianni Minotti, Luigi Colombini, Giorgio Bosaglia, Vittorino Galbiati, Giorgio Trabattoni, Aurelio Corneo, membro del consiglio di fabbrica dell’Autobianchi che ci faceva riflettere sulle condizioni lavorative degli operai e tanti altri. Non mancava la presenza femminile: Egidia Masolo, Giovanna Vimercati, Attilia Sala, Regina Ponti, Rina Schiatti e altre anche un po’ più giovani. In quegli anni ciascuno si è impegnato, ciascuno ha donato tempo e competenza compreso il gruppo di giovani e di ragazze degli oratori ed anche di alcuni cari amici: Ambrogio Mauri e Giampiero Mariani. Le ACLI sono allora diventate non solo una presenza di servizio attraverso il Patronato – con la presenza di Rita Galimberti diventata poi assistente sociale – ma soprattutto un laboratorio di pensiero, di riflessione e di proposta sui temi e le aspettative dei cittadini desiani. Un team coeso e collaborativo ha inciso sulla qualità della vita dei desiani e ha contribuito a fare di Desio una città “a misura d’uomo”. Per tutto questo siamo riconoscenti e grati a Don Carlo per averci contagiato con la sua passione e apertura per l’uomo ed ogni realtà di vita e averci lasciato nel cuore il desiderio profondo di impegnarci insieme per migliorare la qualità della vita di ciascuno e di tutti. Continuare oggi ad essere “sale e lievito” è la modalità per non rendere vana una presenza significativa e continuare a far vivere la sua testimonianza.
Gli amici delle ACLI di ieri e di oggi